L’economia keynesiana è una scuola di pensiero economica basata sulle idee di John Maynard Keynes, economista britannico vissuto a cavallo tra ildiciannovesimo e il ventesimo secolo.
Keynes ha spostato l’attenzione dell’economia dalla produzione di beni alla domanda, osservando come in talune circostanze la domanda aggregata è insufficiente a garantire la piena occupazione. Di qui la necessità di un intervento pubblico di sostegno alla domanda, nella consapevolezza che altrimenti il prezzo da pagare è un’eccessiva disoccupazione e che nei periodi di crisi, quando la domanda diminuisce, è assai probabile che le reazioni degli operatori economici al calo della domanda producano le condizioni per ulteriori diminuzioni della domanda aggregata. Da qui la necessità di un intervento da parte dello Stato per incrementare la domanda globale anche in condizioni di deficit pubblico (deficit spending), che a sua volta determina un aumento dei consumi, degli investimenti e dell’occupazione.
Questa teoria si oppone alle conclusioni della cosiddetta economia classica, sostenitrice della capacità del mercato di riequilibrare domanda e offerta grazie allalegge di Say.
Un particolare aspetto di questa dottrina economica è il keynesismo militare che teorizza un aumento della produzione industriale a scopi militari come fattore disviluppo economico.
I pilastri della teoria keynesiana sono:
- la preferenza per la liquidità;
- la legge della domanda effettiva;
- il moltiplicatore keynesiano.